Gli chef saranno anche le nuove popstar, ma nella conoscenza del cibo "c'é ancora tanta strada da fare": ne è convinto Carlo Cracco, protagonista e direttore artistico, insieme al collega Davide Oldani, della prima edizione di 'Cibo a regola d'arte', manifestazione dedicata alla cultura enogastronomica organizzata da Rcs in due musei milanesi: alla Triennale da domani al 17 marzo e al Museo della Scienza e della Tecnologia dal 21 al 24 marzo. "E' la prima volta che si porta il cibo in un museo e - rimarca il giudice di Masterchef, camicia celeste aperta con catenina d'oro in vista - non dovrebbe essere un'eccezione, ma la normalità in un paese come il nostro".
E invece, nonostante il moltiplicarsi di trasmissioni culinarie, l'ascesa dei cuochi a nuovi divi e il proliferare di corsi enogastronomici di ogni tipo, "questa strada seria e alta" è tutta in salita: "é importante far conoscere ciò che sta a monte del cibo, una cultura materiale che fa parte dell'equilibrio collettivo". L'obiettivo è ambiziosamente democratico: "é un campo da riempire di cultura, esperienze, allargato da chi fa venti piatti al giorno come noi all'industria che ne fa milioni: se riusciamo a tradurre la cultura a livello industriale mangeremo meno chimica e più benessere e avremo un maggior equilibrio con ciò che ci circonda". In questo senso, per Davide Oldani, che con Cracco condivide la formazione da Gualtiero Marchesi e il passaggio francese da Alain Ducasse, "cibo a regola d'arte significa accessibile e ben fatto". Se la stagione e il territorio sono i suoi fari per abbinare 'Il giusto e il gusto', come recita il titolo del suo ultimo libro, il propugnatore della cucina 'pop' è anche convinto che "serve un'etica sia nel far da mangiare sia nel comunicare il cibo". Ben venga, comunque, "la grossa esposizione mediatica dei cuochi" perché "più si parla di cucina più la gente conosce i prodotti e ha maggior possibilità di scelta". In questo momento di svolta della cucina italiana, si forma così anche una nuova "tradizione, di cui - riflette Oldani - sono pionieri i cuochi e non più le nonne o le mamme". Agli chef guardano infatti con adorazione i 'foodies', gli appassionati di cibo, cui è rivolto l'evento organizzato da Rcs, diviso in due tranche, una gestita da Oldani, alla Triennale, la seconda da Cracco, al Museo della Scienza e della tecnologia. Il menù di entrambe prevede workshop su prenotazione (ma praticamente già esauriti), showcooking a ingresso libero per vedere le star dei fornelli all'opera, masterclass a numero chiuso, conversazioni con i direttori del Corriere della Sera e della Gazzetta dello sport, ma anche più prosaici aperitivi stellati e cene d'autore. E a conferma della convinzione di Cracco, che portare gente al museo per sentir parlare di cibo è più difficile che metterla con le gambe sotto il tavolo "mi hanno già chiesto una scorciatoia - scherza Oldani - per avere un tavolo in Triennale". Perché il cibo sarà anche l'arte più coinvolgente, in grado di smuovere i cinque sensi in un'ebbrezza sinestetica, ma dura - concordano i due chef - il tempo di un piatto.